venerdì 13 dicembre 2013

L'assenza...

Chi ha perso una persona importante sa che il dolore più grande, più straziante non è quello del momento, ma arriva solo col passare dei giorni, quando comincia a materializzarsi la sua assenza, la mancanza dei suoi gesti, della sua voce, delle sue abitudini, anche di tutte quelle cose che facevano arrabbiare, gli scontri, le litigate. L'assenza non ti spacca il cuore in un momento, ma te lo avvolge in una silenziosa malinconia, non ti spinge a piangere, a gridare di dolore ma ti circonda di un silenzio irreale, l'assenza ti scava dentro con la pazienza e l'insistenza di una goccia, lentamente ma inesorabilmente, ti fiacca nel corpo oltre che prostrarti nello spirito. E la cosa peggiore è che ogni giorno ti porta un pezzettino di disperazione e se ne porta via uno di speranza. L'assenza non si può curare, dall'assenza non si guarisce, si può cercare di dimenticare, cioè di non sentirne gli effetti, di non provarne il dolore, si può mascherare; ma, quando la persona che non c'è più è stata davvero importante, insostituibile, la sua assenza non ti lascerà mai;  al  massimo potrà trasformarsi in una presenza di tipo diverso, fatta di piccoli ricordi, di sensazioni intime e nascoste, come un'ombra che ti sta sempre accanto anche se non la vedi.

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